Questo “inverno demografico” è una tendenza che ha colpito l’Italia anni fa e da cui non si riesce ad uscire.
Nessun segnale di cambiamento per l’Italia, che continua a rimanere dentro un grande inverno demografico“. Secondo i dati dell’Istat, nel primo quadrimestre del 2023 le nascite in Italia sono state 118mila, diminuendo dell’1,1% rispetto al 2022 e del 10,7% rispetto al 2019. Sui decessi si ha, invece, un’inversione di rotta rispetto al dato negativo dello scorso triennio. Infatti, nei primi 4 mesi del 2023 si sono registrati 232mila decessi, ben 21mila in meno sul 2022.
Un fenomeno che va avanti dal 2008
L’italia era scesa sotto le 400mila nascite annuali nel 2022, ma il fenomeno potrebbe ripetersi quest’anno. Un picco di nascite si era registrato nel 2008 ma, da quell’anno, il numero dei nuovi nati è diminuito di un terzo. La differenza tra i nuovi nati e deceduti, chiamato saldo naturale, è andata sempre più diminuendosi nel tempo.
Questo dato in costante calo è influenzato anche dal posticipare il diventare genitori ad età sempre più avanzate. Infatti, in Italia l’età media di una donna al momento del parto è aumentata di 1 anno dal 2010 al 2020 ed è pari a circa 32 anni. In Europa questo dato si aggirava intorno ai 29 anni nel 2019, mentre nello stesso anno in Italia lo stesso dato era di 31 anni circa (il più alto tra tutti gli Stati Ue).
Infine, l’Istat cita anche un grande invecchiamento della popolazione. Tra il 2020 e il 2023 l’età media è salita da 45,7 anni a 46,4 anni, nonostante il grande numero di decessi causato dal Covid. A ciò si deve aggiungere l’aumento, nel Paese, di ultracentenari: 22mila ad inizio 2023, il dato più alto mai registrato fino ad ora in Italia. Un dato, quello dei “grandi anziani“, che probabilmente sarà destinato ad aumentare.
